Non categorizzato
Gemellaggio Cassino-St Clair Shores
Il nostro Istituto ha la possibilità di realizzare un gemellaggio con la Scuola "Lake Shore" in St Clair Shores, Michigan.
Tale mobilità sarà effettuata nella seconda metà del mese di ottobre 2016 e vedrà la partecipazione di un gruppo di un numero massimo di 20 studenti.
Requisiti richiesti per la selezione dei partecipanti al progetto sono:
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Pagamento del viaggio aereo A/R Roma/Detroit
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Disponibilità ad ospitare i coetanei americani nel mese di aprile 2017
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Merito.
Gli alunni interessati delle classi I, II, III, IV dell'anno scolastico 2016-2017 devono presentare la propria candidatura, con una dichiarazione firmata da entrambi i genitori e corredata da un breve Curriculum vitae, alla segreteria dell'Istituto entro il giorno 7/09/2016.
Alunni
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Ricevimento docenti 2016-17
Area Docenti

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Piani Di Studio
[...] forse stima che la filosofia sia un libro e una fantasia d'un uomo, come l'Iliade e l'Orlando furioso, libri ne' quali la meno importante cosa è che quello che vi è scritto sia vero. Signor Sarsi, la cosa non istà così. La filosofia è scritta in questo grandissimolibro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.
Galileo Galilei, Il Saggiatore
“I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai enomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze sia adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, sia coerenti con le capacità e le scelte personali”.
Liceo scientifico di ordinamento
Liceo scientifico indirizzo scienze applicate
Liceo scientifico percorso internazionale
Liceo scientifico percorso biomedico
L'offerta formativa del Liceo "G. Pellecchia" in un articolo di giornale dello scorso anno. La presentazione è del DS prof. Salvatore Salzillo.
Settimana PNSD al Pellecchia
Per la Settimana del PNSD il Liceo Scientifico "Pellecchia" di Cassino propone un percorso di riflessione sul tema "Il mio PNSD nel PTOF".
Nella giornata del 15 dicembre, a partire dalle 8,30 e per l'intera mattinata, gli alunni dell'istituto illustreranno alcune attività di cui sono stati protagonisti e che prevedono l'uso di ambienti digitali.
Gli studenti rifletteranno sull'importanza delle innovazioni già in atto e su quelle da realizzare per rendere l'ambiente di apprendimento sempre più attivo e per sviluppare, con la guida dei loro docenti, competenze disciplinari, digitali e di cittadinanza.
Quali le attività?
Nel laboratorio di fisica gli studenti mostreranno come, integrando attività manuali, laboratorio povero e ambiente digitale, hanno verificato le leggi del moto parabolico.
Nella Cl@sse 2.0 gli studenti spiegheranno come sono stati "Apprendisti Ciceroni" in chiave moderna e digitale.
Alcune classi del liceo mostreranno i loro blog, gli spazi di condivisione di risorse digitali e di lavori creativi, soffermandosi su come la didattica possa trovare luoghi e tempi più ampi della giornata di lezione e dello spazio d'aula. E infine si passerà un'ora di storia navigando tra mappe e battaglie dell'antica Roma.
Tutte le attività saranno documentate attraverso un videoclip con il quale il Liceo parteciperà al concorso #ilmiopnsd.
Galleria fotografica
Le foto descrivono gli interni e la parte esterna del Liceo G. Pellecchia
Offerta Formativa
Trovate l'offerta formativa dell'Istituto con l'elenco dei progetti curriculari e extracurriculari.
Gioacchino Pellecchia
"La giustizia è il crivello della giustizia, lo strumento,
l'occasione di cui essa si serve per scoprire nell'uomo
l'assenza e quindi il bisogno dell'armonia"
Gioacchino Pellecchia
Gioacchino Pellecchia, il nostro primo Preside.
Il Prof. Gioacchino Pellecchia è stato il primo Preside del Liceo Scientifico Statale istituito nell’anno 1968/69, che allora era denominato "Liceo Scientifico Statale di Cassino".
Gioacchino Pellecchia fu Preside del nostro Liceo dal 1.10.1968 al 27 aprile 1971, quando improvvisamente, nell’esercizio delle sue funzioni, fu stroncato da un infarto.
Il 6.5.1971, il Collegio dei docenti del Liceo, su convocazione del preside incaricato prof. Antonio Di Zazzo, deliberava l’intitolazione del Liceo Scientifico Statale di Cassino al nome del Preside Gioacchino Pellecchia.
La figura umana di Gioacchino Pellecchia ha una sua esemplarità, che, in tempi come i nostri, può assumere i toni di leggenda, senza perdere il fascino proprio della contemporaneità. Rimasto orfano di padre a sei anni appena, cominciò ad imparare dalla vita le dure lezioni della miseria. Lo squallore più vasto lo circondava, ma la sua intelligenza, sorretta da una visione precoce e umana della vita e da una forza di volontà sublime, lo sostenne e lo guidò, attraverso un’adolescenza di durissimi stenti verso la conquista del sapere. Tutti, professori ed amici, impressionati dall'acutezza del suo ingegno, lo aiutarono a superare le difficoltà economiche. Conseguì a pieni voti l’abilitazione magistrale a 16 anni; a 17 la maturità classica, senza l’ausilio di professori privati; a 21 la laurea in lettere discutendo una apprezzatissima tesi sul “ Provenzalismo del 500” con il Prof. Bretoni.
Le sue umili origini e i tempi ingrati avevano imposto presto alla sua vita un ritmo logorante di lavoro, che una connaturale vocazione dirigeva verso l’insegnamento. Laureato e subito vincitore di cattedra di Italiano-Latino e storia nei Licei, al primo concorso, continuò ad impegnare le sue giornate in uno studio assiduo perché mai i suoi alunni fossero privati di quanto più ricco e aggiornato la cultura potesse fornire. A quegli stessi alunni egli offriva il nutrimento del suo sapere e l’esempio della sua abnegazione anche in molte ore di insegnamento straordinario.
La sua vita intesa come apostolato fu spesa tutta, senza retorica, al servizio della scuola che costituì il suo unico impegno, il suo esclusivo lavoro per lunghissimi anni della sua breve esistenza.
Non pago della sua sublime azione educativa svolta nella scuola, intraprese iniziative di attività culturali parascolastiche nelle quali profuse la sua passione e il suo zelo fino allo spasimo.
Le rappresentazioni da lui organizzate e dirette di alcune opere del teatro di Betti e di Fabbri ebbero risonanze molto vaste.
Nel 1968, assumeva per concorso la presidenza del Liceo Scientifico di Cassino che, istituito nel 1960, era allora al suo primo anno di vita autonoma, ma anche ai suoi primi vagiti sul piano strutturale ed organizzativo.
Mancava di una sede, di ogni idonea apparecchiatura scientifica, di ogni sussidio didattico; egli, nel lasso di brevissimo tempo, per quel singolare e fascinoso alone di simpatia da cui era circondato anche nelle sfere del mondo politico e amministrativo, seppe dare al Liceo Scientifico di Cassino una sistemazione decorosa e una impostazione seria a tal punto che la sua popolazione scolastica nel triennio della sua presidenza raggiunse punte vertiginose.
Dalla sua azione di Preside, condotta sempre con alto senso di responsabilità e incomparabile competenza, non disgiunse mai quella di docente appassionato e di educatore insonne e solerte. Frequentissime erano, in tutte le classi, le sue visite, che assumevano sempre il valore di un dono della sua illuminata dottrina; nelle classi quinte liceali, in prossimità degli esami di maturità, soleva tenere, anche a costo di evidenti sacrifici personali – le sue condizioni fisiche non glielo consentivano – lezioni sfibranti e promuoveva dibattiti per stabilire il coordinamento e il miglioramento della preparazione culturale degli alunni che si accingevano alla prova finale. La sua azione poliedrica e instancabile era aperta a tutte le iniziative da cui potesse trarre vantaggio il mondo della scuola e della cultura.
Agli insegnanti non fu mai avaro di consigli e suggerimenti per il miglioramento e l’aggiornamento della loro cultura; agli stessi egli seppe essere di esempio fulgido in ogni espressione dei propri doveri sia nella vita pubblica sia in quella privata. E da tutti egli fu amato per questa ineccepibile coerenza tra i suoi principi ispirati a sani e alti ideali e la sua vita spesa al servizio di quegli ideali, nella più luminosa trasparenza di una catarsi realizzata (ora per ora, giorno per giorno) bevendo al calice ora dolce, più spesso amaro, di una vita di tante fatiche e di così poche gioie.
A così alta azione educativa svolta nella scuola e per la scuola il Preside Gioacchino Pellecchia seppe aggiungere un assai pregevole attività di saggista e di critico. Molteplice e originale è infatti la sua figura di studioso; tanto esuberante che colui il quale s’accinge a tracciare un pur breve profilo sente come provvisoria e non conclusiva ogni formula che ispiri a definirla.
Tuttavia non ci pare impossibile enucleare le linee costanti della sua attività. Gioacchino Pellecchia fu indubbiamente uno studioso “militante” nel senso più ricco del termine, tutto proteso al recupero delle ragioni morali e ideologiche della cultura fino a fare di queste ragioni la ragione della propria esistenza. Quasi naturalmente perciò i suoi interessi si appuntarono sempre su autori e momenti della storia letteraria di più difficile valutazione critica e, proprio per questo, più “compromettenti”. Autori come Camus, Kafka, Bernanos, Pasternak, che furono oggetto di altrettante conferenze presso circoli culturali della provincia, costituirono i campioni sui quali si esercitava, con impegno perentorio la sua spiccata intelligenza critica, tutta tesa a enucleare le radici storiche e ideologiche e a verificarle continuamente nell’esegesi della lingua e dello stile.
Come saggista pubblicava nel 1959 uno studio su “Vittorio Alfieri e la tragedia della libertà”; autore che la critica tradizionale aveva inserito nella categoria fluida e, quanto meno, equivoca del “protoromanticismo”.
G. Pellecchia si impegnò così a rintracciare e ad acquisire una sistemazione storico-culturale meno ambigua, anche se meno comoda, del teatro alfieriano. Nell’analisi scrupolosa ed attenta sia dei contenuti ideologici, sia della struttura formale della tragedia, evidenziò chiaramente la presenza di temi e di caratteri tipici della cultura illuministica.
Solo che proprio quei temi e quei caratteri erano solitamente esibiti come definenti la nuova temperia romantica. Sicché l’originale ipotesi critica di Giacchino Pellecchia non solo e non tanto valeva come nuova interpretazione del teatro alfieriano, ma proponeva altresì una nuova prospettiva storiografica che rendesse dell’illuminismo un’immagine meno statica e meno generica e che pertanto riducesse nelle giuste proporzioni le diversità ideologiche e socio-culturali nei confronti del Romanticismo.
Il suo commento alla “Virginia”, apparso nel 1968, era destinato ad offrire la conferma anche a livello linguistico e stilistico di quell’ipotesi critica.
Nel 1963 pubblicava il “Saggio sul teatro di Ugo Betti” per il quale otteneva un premio di cultura dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ed anche Betti, si sa, è autore “difficile”, forse la figura più problematica e più avvincente del teatro italiano dopo Pirandello. Gioacchino Pellecchia riuscì a riscattare il teatro bettiano da ogni ipoteca decadentistica o cerebralistica ritrovandone la matrice interamente cristiana. Un cristianesimo che nel Betti si esprime sempre come trama quotidiana dell’esistenza e insieme come sublimazione morale del quotidiano. Di alcuni drammi di Ugo Betti e di Diego Fabbri curò altresì la regia allorché promosse il Liceo Classico di Cassino una filodrammatica studentesca.
E fu anche questa una ricerca di stile, egli era consapevole che il linguaggio teatrale è solo provvisoriamente letterario ma è sempre strutturalmente scenico e pertanto sulla scena va analizzato.
Ma fu nello studio dell’opera poetica di Guido Gozzano che Gioacchino Pellecchia si produsse in un più prolungato cimento critico. A Gozzano sono dedicati “Per uno studio su Guido Gozzano” apparso nel 1966; il più breve “Guido Gozzano e il suo tempo” apparso sull’Argine letterario (rivista che da qualche anno dirigeva insieme con altri) e una sezione del recente corso di dispense (Appunti sulla lingua poetica del ‘900) scritte in qualità di docente di Storia della lingua e della grammatica italiana presso l’Istituto di Magistero di Cassino. Anche per Gozzano bisognava rimuovere le incrostazioni accumulate dalla critica tradizionale; e, soprattutto, l’immagine di un Gozzano ideologicamente anemico, chiuso nel paradiso a tinte smorte ed esangui del crepuscolarismo.
G. Pellecchia individuò con analisi attenta e puntuale la misura ideologica della poesia di Guido Gozzano nonché la netta e ineludibile presenza delle vicissitudini storiche del suo tempo.
Sicché la poesia gozzaniana, anziché alimentarsi di un intimismo dai toni sentimentalistici e patetici costituiva per G. Pellecchia la rivelazione e l’espressione di una crisi storica lucidamente avvertita. L’ironia gozzaniana era interpretata come il contrassegno poetico dell’analisi corrosiva dell’intelligenza: una poesia di crisi che si disponeva altresì come visione e interpretazione critica della realtà.Del resto le minuziose ricerche condotte sullo stile e sulla lingua approdarono alla scoperta di una virtuosa e compiaciuta tecnica intellettualistica del verso gozzaniano la cui potente “letterarietà” agiva dialetticamente come antidoto ad ogni forma di retorico estetismo letterario. Si può dire che le linee costanti del metodo critico di G. Pellecchia siano esemplarmente rintracciabili nel suo lungo itinerario di studi gozziniani. Un metodo che consta essenzialmente di un graduale approfondimento verticale: dopo aver colto la latitudine storica del testo letterario G. Pellecchia ne enuclea le interne componenti ideologiche e socio-culturali ed infine ne esibisce le più intime procedure stilistiche.
Ma la passione “militante” di G. Pellecchia lo rese costantemente attento ai nuovi sviluppi della letteratura contemporanea.
Si può dire, anzi, che la “contemporaneità” fosse la categoria più rappresentativa del suo spirito critico; “contemporaneità” beninteso, non nel senso meramente cronologico, ma nel senso decisamente qualitativo del termine, e cioè come sollecitante e problematica inquietudine della pagina letteraria.
S’intende, perciò, come G. Pellecchia ricercasse anche nella letteratura classica, o meglio, istituzionale quasi mai autori o momenti con sistemazioni storiche e critiche già acquisite, egli era piuttosto naturalmente disposto a raccogliere la traccia di interrogativi e di problemi irrisolti:più che un esperto conoscitore della nostra storia letteraria egli si presentava come un suo “inquisitore”. Sicchè lo stimolo e la spinta ad esplorare le zone più impervie della nostra civiltà letteraria gli proveniva sempre da problemi attuali che, per loro natura, esigevano soluzioni radicali di lunga proiezione storica. Pertanto anche i sui studi su Dante vanno intesi come riprova di questa viva esigenza di “milizia contemporanea”.
Nel 1966 apparve “ Dante e la Ciociaria” pubblicato negli atti del II Congresso nazionale di Studi Danteschi; ma già nel ’65, presso il Provveditorato agli studi di Frosinone, aveva parlato sul tema “Dante e i suoi tempi” e “Dante e la lingua italiana”.
Per G. Pellecchia la “poesia della geografia della Divina Commedia- come suona il sottotitolo”Dante e la Ciociaria”- nasceva dalla visione teologico-teocentrica di Dante: una teologia che anziché mortificare il paesaggio in un’astrazione puramente allegoristica costituiva al contrario lo strumento metodico di un più analitico e radicale realismo.
Del resto l’essersi cimentato su un tema così specifico non è cosa priva di rischi e pericoli. Ma G. Pellecchia ben lungi dall’esaurire la sua analisi in una sterile elencazione di luoghi e di fatti – per giunta rinchiusi nel breve perimetro di una topologia provinciale – quasi si servì dell’angustia del tema per il collaudo e la verifica delle sue ipotesi critiche più generali sul realismo dantesco.
Intanto per il VII centenario della nascita di Dante organizzava in Cassino, in qualità di Presidente della “Dante Alighieri” , una serie di manifestazioni ad altissimo livello con la partecipazione dei più qualificati studiosi italiani come Salvatore Battaglia, Antonino Pagliaro, Giorgio Petrocchi, Ignazio Balzelli, Luigi Alfonsi, Salvatore Comes: altrettante occasioni di verifica e di confronto dei suoi assunti critici. Nel 1966 pubblicava “Incontri” (Berto- Pomilio- Rea- Troisi), saggio che costituisce quasi la confluenza e il centro ideale dei suoi numerosi studi sulla letteratura contemporanea. Già infatti nel 1963 era apparsa “ La Ciociara di Moravia o l’essenza del valore” e nel 1961 sulla rivista il Baretti “Gli ultimi romanzi di Dante Troisi” , ed
ancora nel 1966 il tema della solitudine nei “Racconti” di Rea sulla rivista Studium; inedito recentissimo sull’ultimo romanzo di Michele Prisco: “I cieli della sera”.
Spesso inoltre aveva invitato a Cassino scrittori e critici famosi che rispondono ai nomi di Giuliano Manacorda, Emerico Giachery, Rosario Assunto, e di cui riceveva l’altissima stima e la sincera amicizia.
Anche in questi studi sulla narrativa contemporanea la sua analisi si sviluppa in misura d’una intensificazione verticale.
G. Pellecchia riuscì a ritrovare nelle strutture portanti e nella trama linguistica di ciascun romanzo e di ciascun narratore le derivazioni socio-culturali e lo spessore ideologico-politico.
S’intende che la ricerca tesa al reperimento di queste dimensioni, pure in funzione dello stile e della lingua, si risolveva anche come constatazione e ratificazione di essenze e diserzioni: sicchè spesso la sua analisi diveniva diagnosi acuta delle ragioni di crisi e dei mali endemici della nostra letteratura.
E tuttavia mai nelle sue pagine prevalse il tono della denuncia allarmistica e retoricamente nostalgica.
Anzi, la profondità della sua esplorazione e la penetrante acutezza della diagnosi spesso si offrivano come autentica terapia: scoprendo e denunciandone le essenze egli sottintendeva altresì la necessità inalienabile della presenza del valore.
Sicchè veramente la sua pagina acquistava l’operosa costruttività di un “incontro”; i sapori di un confronto rigoroso ma sereno con lo scrittore.
Già nel lontano 1952 aveva, poi, iniziato lo studio della lingua italiana contemporanea, quando presso il Liceo Tulliano di Arpino aveva intrapreso un folto ciclo di conferenze sull’argomento.
Ma soprattutto negli ultimi anni, seguendo fedelmente la sua naturale inclinazione all’esegesi e raccogliendo le suggestioni delle opere di Spitzer, Iakohso, Martinet, Chomsky, Eloomfield,
Rholfs, si dedicò all’analisi stilistica della poesia del novecento nelle figure di Montale , Ungaretti, Pavese (altrettanti sezioni del suo corso “Appunti sulla lingua poetica del ‘900).
E ci sembrerebbe ingiusto omettere, a conclusione di questo breve profilo, la citazione delle opere didattiche di G. Pellecchia.
La sua autentica e appassionata dedizione all’ideale educativo lo sollecitava a partecipare attivamente a numerosi congressi e convegni didattici e pedagogici.
E dalla rinnovata consuetudine con le opere della storia della pedagogia egli traeva lo spunto per la precisazione e la soluzione di urgenti e attualissimi problemi di didattica; ne sono viva testimonianza gli articoli pubblicati su riviste specializzate come “L’ora di Dante” in Scuola viva, “Le donne e la crisi della scuola” in Rassegna di cultura e vita scolastica, “impegno e testimonianza sul piano della cultura” in “Coscienza”, “Tempo libero e tempo liberato di S. Comes” ancora in Rassegna di cultura e di vita scolastica, e, infine la recentissima conferenza pronunciata presso il Provveditorato di Caserta sul tema “problemi didattici del passaggio dalla scuola media unica alla scuola media superiore”.
"Ogni incontro critico diventa misura del nostro cammino e premura a seguitare, confronto e dialogo, testimonianza e fermento, richiamo e conferma del comune bisogno di verità…
E cosa può giovarci più di questa tua presenza?"
Dante Troisi, dalla Prefazione agli “Incontri” dedicati a Gioacchino Pellecchia
La storia
L'Istituito nasce nell’anno scolastico 1961- 62 come sezione staccata del Liceo Classico “G. Carducci” di Cassino, con sede al Palazzo Barone, il Liceo Scientifico Statale di Cassino ottiene l’autonomia, con il funzionamento di tre sezioni, nell’anno scolastico 1968- 69, quando il Professore Gioacchino Pellecchia ne assume la presidenza.
Gli anni della presidenza “Pellecchia” sono indubbiamente difficili sul piano logistico ed organizzativo: l’Istituto manca di una sede, di adeguate apparecchiature e laboratori scientifici, di supporti didattici, di biblioteca.
Nello spazio di poco tempo, però, esso, grazie alle straordinarie doti del suo Preside, riesce ad avere una sede decorosa in Via Pascoli e soprattutto una rigorosa impostazione sul piano metodologico e degli studi.
L’Istituto è stato intitolato successivamente al Preside Gioacchino Pellecchia, prematuramente scomparso il 27 aprile 1971, durante gli anni di presidenza del professor Edoardo Marandola, ed ha avuto sede prima in un palazzo di Via G. Borsi dall’anno scolastico 1972- 73 all’anno scolastico 1982- 83, poi in Via Virgilio dall’anno scolastico 1983- 84 all'anno scolastico 2008- 2009 e infine in via Folcara.
I Presidi del Liceo |
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a.s. 1968/69 - a.s.1970/71 | Prof. Gioacchino Pellecchia |
a.s. 1970/71 | Prof. Antonio Di Zazzo |
a.s.1971/72 | Prof. Paolo De Cicco |
a.s.1972/73 - a.s. 1974/75 | Prof. Benedetto Tomasso |
a.s. 1975/76 | Prof. Edoardo Marandola |
a.s. 1975/76 | Prof. Francesco De Rosa |
a.s. 1976/77 | Prof. Benedetto Tomasso |
a.s. 1977/78 | Prof. Sebastiano Marino |
a.s. 1977/78 | Prof.ssa. Anna Maria Marchegiani |
a.s. 1978/79 | Prof. Francesco De Rosa |
a.s. 1979/80 | Prof. Dario Visocchi |
a.s. 1980/81 - a.s. 1982/1983 | Prof. Filippo Materiale |
a.s. 1983/84 - a.s. 1995/1996 | Prof. Francesco De Rosa |
a.s. 1996/97 - a.s. 2012/2013 | Prof. Gennaro Rivera |
dall' a.s. 2013/2014 | Prof. Salvatore Salzillo |
Il Dirigente Scolastico
DIRIGENTE SCOLASTICO: PROF. Salvatore Salzillo
Il Dirigente Scolastico ha la legale rappresentaza dell'Istituzione scolastica ad ogni effetto di legge. E' organo individuale, rappresenta l'unitarietà dell'Istituzione medesima ed assume ogni responsabilità gestionale della stessa.
Esesgue contrattualmente i seguenti obiettivi:
- Assicura il funzionamento dell'Istituzione assegnata secondo i criteri di efficienza ed efficacia;
- Promuovere lo sviluppo dell'autonomia didattica, organizzativa, di ricerca e sperimentazione, in coerenza con il principio di autonomia;
- Assicurare il pieno esercizio dei diritti costituzionalmente tutelati;
- Promuovere iniziative e interventi tesi a favorire il successo formativo;
- Assicurare il raccordo e l'interazione tra le componenti scolastiche;
- Promuovere la collaborazione tra le risorse culturali, professionali sociali ed economiche del territorio interagendo con gli Enti Locali.
Il curriculum del dirigente scolastico è visibile sul sito del MIUR alla pagina:https://oc4jese1ssl.pubblica.istruzione.it/trasparenzaPubb/elencoDirigenti.do?codScuUt=¶mDesNomScu=LICEO+SCIENTIFICO+%22PELLECCHIA%22+CASSINO&codComune=C034_CASSINO&desNomScu=pellecchia&codRegione=LA_LAZIO¶mDatAnnScoRil=201516&tipoRicerca=S¶mCodScuUt=FRPS02000X&codProvincia=FR_FROSINONE
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Informazioni di trasparenza pubblicate a norma di legge
Curriculum e retribuzione del Dirigente Scolastico LINK; il curriculum è redatto in conformità al vigente modello europeo.
I nominativi, i curricula e le retribuzioni dei dirigenti e dei titolari di posizioni organizzative nella Pubblica Amministrazione, sono presenti anche sul sito del MIUR nella pagina Trasparenza (con accesso diretto ai dati pubblicati).
Norma di riferimento
D. Lgs. 33/2013
Art. 10 - Programma triennale per la trasparenza e l'integrità
8 - Ogni amministrazione ha l'obbligo di pubblicare sul proprio sito istituzionale nella sezione: «Amministrazione trasparente»
d) i curricula e i compensi dei soggetti di cui all'articolo 15, comma 1, nonche' i curricula dei titolari di posizioni organizzative, redatti in conformita' al vigente modello europeo.
Art. 15 - Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi dirigenziali e di collaborazione o consulenza
1 - Fermi restando gli obblighi di comunicazione di cui all'articolo 17, comma 22, della legge 15 maggio 1997, n. 127, le pubbliche amministrazioni pubblicano e aggiornano le seguenti informazioni relative ai titolari di incarichi amministrativi di vertice e di incarichi dirigenziali, a qualsiasi titolo conferiti, nonche' di collaborazione o consulenza:
a) gli estremi dell'atto di conferimento dell'incarico;
b) il curriculum vitae;
c) i dati relativi allo svolgimento di incarichi o la titolarita' di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla pubblica amministrazione o lo svolgimento di attivita' professionali;
d) i compensi, comunque denominati, relativi al rapporto di lavoro, di consulenza o di collaborazione, con specifica evidenza delle eventuali componenti variabili o legate alla valutazione del risultato.
2 - La pubblicazione degli estremi degli atti di conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti estranei alla pubblica amministrazione, di collaborazione o di consulenza a soggetti esterni a qualsiasi titolo per i quali e' previsto un compenso, completi di indicazione dei soggetti percettori, della ragione dell'incarico e dell'ammontare erogato, nonche' la comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica dei relativi dati ai sensi dell'articolo 53, comma 14, secondo periodo, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni, sono condizioni per l'acquisizione dell'efficacia dell'atto e per la liquidazione dei relativi compensi. Le amministrazioni pubblicano e mantengono aggiornati sui rispettivi siti istituzionali gli elenchi dei propri consulenti indicando l'oggetto, la durata e il compenso dell'incarico. Il Dipartimento della funzione pubblica consente la consultazione, anche per nominativo, dei dati di cui al presente comma.
5 - Le pubbliche amministrazioni pubblicano e mantengono aggiornato l'elenco delle posizioni dirigenziali, integrato dai relativi titoli e curricula, attribuite a persone, anche esterne alle pubbliche amministrazioni, individuate discrezionalmente dall'organo di indirizzo politico senza procedure pubbliche di selezione, di cui all'articolo 1, commi 39 e 40, della legge 6 novembre 2012, n. 190.
Collegio dei docenti
Collegio dei docenti.
E' costituito da tutti i docenti della scuola, supplenti compresi. E' presieduto dal dirigente scolastico. Le sue competenze sono strettamente connesse all’attività didattica e trovano la loro massima espressione nella progettazione, approvazione e verifica del Piano dell’Offerta formativa.
Consiglio di Istituto
Il consiglio d’istituto
Rappresentanti dei genitori
Inserire qui l'elenco dei rappresentanti dei genitori eletti nei consigli di intersezione (scuola dell'infanzia), di interclasse (scuola primaria) e di classe (scuola secondaria).